Guadagnare Online Minando Criptovalute

Cosa Significa Minare Una Criptovaluta: Per capire bene cosa vuol dire Minare una Criptovaluta , dobbiamo prima fare un passo indietro e capire cosa sia l Criptovaluta.

Minare una Criptovaluta : Cosa è la Criptovaluta?
La Criptovaluta è una valuta digitale , nata nel 2009 e conosciuta come BitCoin, ma esistono in questo momento circa 30 criptovalute nel mondo riconosciute e regolamentizzate e derivate dalla criptovaluta madre che è appunto BitCoin. Attualmente non c’è alcuna autorità centrale che controlla le criptovalute e le transazioni e il rilascio delle monete avvengono liberamente fra scambio e compravendita all’interno della stessa rete.
“La maggior parte delle criptovalute sono progettate per introdurre gradualmente nuove unità di valuta, ponendo un tetto massimo alla quantità di moneta che è in circolazione. Ciò viene fatto sia per imitare la scarsità (e il valore) dei metalli preziosi, sia per evitare l’iperinflazione. Comparata con le valute ordinarie gestite dagli istituti finanziari o tenute come contante, le criptovalute sono meno suscettibili a confische da parte delle forze dell’ordine. Le criptovalute esistenti sono tutte pseudonimi che consentirebbero l’anonimato.”(fonte Wikipedia)

Cosa Vuol dire Minare una criptovaluta?

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Il mining (o creazione) è il modo utilizzato dal sistema bitcoin e dalle criptovalute in generale per emettere moneta.
La rete bitcoin memorizza le transazioni all’interno di strutture di dati chiamate in gergo “blocchi”. Affinchè un blocco possa essere aggiunto alla catena dei blocchi, ovvero all’enorme database pubblico contenente tutte le transazioni in bitcoin, è necessario che un elaboratore lo “chiuda” trovando un particolare codice, che può essere unicamente azzeccato a furia di tentativi e algoritmi matematici. Questa operazione cristallizza il blocco, impedendo qualsiasi modifica futura, e chi trova tale codice è ricompensato con una certa quantità di bitcoin (attualmente 25), più tutte le tasse delle transazioni da lui inserite nel blocco, come incentivo alla “donazione” di tempo macchina alla causa del bitcoin, che in poche parole vuol dire per ricompensare l’utilizzo enorme di energia elettrica consumata dai server per arrivare a questo algoritmo. Questa operazione è chiamata in gergo mining (creazione), nome che deriva dal parallelismo bitcoin-oro, nel quale il reciproco è costituito dai minatori che cercano strenuamente le pepite d’oro nella roccia, e visto il lavoro dietro e gli algoritmi il parallelismo è azzeccato.

Un po’ di storia sulla Criptovaluta
Quando fu progettata la rete bitcon il suo creatore si trovò davanti al problema di come emettere nuova moneta. Tutti i sistemi monetari mondiali emettono moneta attraverso le banche centrali che determinano tramite mercato e oro il valore stesso della moneta in circolazione, ma la decentralizzazione del bitcoin richiede un metodo di generazione della moneta altrettanto decentralizzato. La soluzione fu di progettare il sistema affinchè elargisse bitcoin come premio ai componenti della rete che forniscono potenza elaborativa, necessaria a fortificare e strutturare la rete stessa, secondo un sistema casuale studiato in modo da restituire bitcoin in modo proporzionale alla potenza computazionale fornita. Per fare questi calcoli e trovare l’algoritmo i miners devono usare server potentissimi che consumano grandi quantità di energia.
Inizialmente, l’unico modo per minare era utilizzare il client originale abilitando la funzione di “generazione monete”, permettendo di usare tutto il tempo libero della CPU per cercare di chiudere i blocchi. Dal momento che il bitcoin era ancora agli albori e i partecipanti erano molto pochi, lasciando un PC 24h/24 ci si poteva ragionevolmente aspettare di generare migliaia di bitcoin al giorno. Non bisogna dimenticarsi, tuttavia, che in questa fase il bitcoin non aveva praticamente valore o utilità, il mining era poco più che una donazione a fondo perduto per il bene del progetto.
OGGI il sistema bitcoin è in grado di autoregolarsi: modifica la difficoltà del lavoro necessario a chiudere un blocco in modo tale che in tutta la rete si generi una media di 6 nuovi blocchi ogni ora . Col tempo, sempre più persone si sono avvicinate al mondo bitcoin, e di conseguenza al mining, aggiungendo così la loro potenza elaborativa alla rete. Questo ha causato l’aumento della difficoltà, diminuendo il guadagno medio giornaliero per singola macchina da migliaia di bitcoin al giorno a pochi centesimi, e portando inoltre minatori a unirsi in “gilde” o Pool, le cosiddette “mining pool”, il cui scopo è garantire un afflusso di denaro più costante rispetto al mining in solo. L’aspetto positivo di questo aumento di difficoltà è stato il consentire la nascita di una certa domanda e di un mercato, fornendo quindi al bitcoin un valore tangibile e una certa liquidità (infatti oggi alcune banche vendono e quotano Criptovaluta sul mercato azionario, vedasi Unicredit). Questo a sua volta spinse la nascita del mining “professionale”, ovvero il costruire potenti macchine ad-hoc con il solo scopo di lasciarle accese 24h/24 7g/7 a minare (i cosiddetti “mining rig”) e rivenderne il ricavato sul mercato, o addirittura vendere contratti o azioni che consentono agli investitori di guadagnare dal mining senza dover costruire, configurare e/o gestire gli appalti necessari.
“Quello che voglio sottolineare è che le banche stanno osservando il fenomeno almeno da quello che riesco a vedere io. Le banche osservano il fenomeno, però i venture capitalist investono pesantemente su questa tecnologia, gli americani soprattutto. E vuol dire che stanno cominciando a creare valore. Adesso spetta alle persone e alle istituzioni, a coloro che vogliono capire questa tecnologia, come fare a catturare questo valore.
Certamente, a nostro modo di vedere, il fenomeno Bitcoin non sarà mainstream domani. Però è un fenomeno che alla fine riuscirà a portare innovazione anche nelle banche”. Massimo Chiriatti– tecnologo, esperto di economia e di digitale
Nel frattempo il mining di bitcoin si è specializzato, passando da usare CPU a GPU (Schede grafiche), a FPGA (dispositivi logici programmabili) e infine ad ASIC (microprocessori costruiti su misura per un preciso compito). Al giorno d’oggi il mining di bitcoin è una processo che, per essere remunerativo, richiede competenza, hardware dedicato dal costo elevato e investimenti non trascurabili. D’altro canto la disponibilità di molti computer un tempo usati per minare bitcoin e improvvisamente restati senza lavoro ha portato alla fioritura di criptomonete alternative la cui peculiarità è quella di poter essere minate solo con hardware “casalingo”, almeno per ora. La criptomoneta di questo tipo più famosa è sicuramente il Litecoin.

Un po’ di teoria sul come Minare una criptovaluta
Tecnicamente, il mining di bitcoin è un’operazione di brute forcing (è un algoritmo di risoluzione di un problema dato che consiste nel verificare tutte le soluzioni teoricamente possibili fino a che si trova quella effettivamente corretta –Fonte Wikipedia) in cui lo scopo è trovare il numero da inserire in un insieme di dati (l’header del blocco) tale per cui il doppio hash SHA-256 (acronimo di Secure Hash Algoritm) di tali dati sia un numero inferiore ad un certo target (obiettivo), target che viene calcolato sulla base del coefficiente di difficoltà: maggiore è la difficoltà, minore è il target e maggiori saranno i tentativi necessari per trovare il suddetto numero.
In pratica, il computer che sta facendo girare il programma di mining riceve l’header del blocco che si sta cercando di chiudere da un client opportunamente configurato (solo mining) o tramite internet da un server apposito (pool mining). All’interno di questa header viene aggiunto un numero, “nonce”, e viene calcolato l’hash doppio del tutto. se tale hash è numericamente minore del target, l’header viene mandato al server per l’approvazione, altrimenti la nonce viene incrementata di uno e il controllo si ripete. Questa operazione viene effettuata diversi milioni di volte al secondo, tanti quanti sono i MHash/sec riportati dal programma di mining.
Da notare che il mining è un processo basato sulla pura statistica: ogni tentativo di hashing ha la stessa probabilità di essere quello buono. Non ha senso dire che servono un certo numero di hash o di tempo per chiudere un blocco, si può esclusivamente parlare di media.
Ecco qui un video esplicativo su cosa sia la criptovaluta e come minare la Criptovaluta

Sky TG24 Economia Bitcoin

Quindi Minare una criptovaluta è sicuramente un sistema che ha bisogno di Miner esperti e server enormi dedicati. Quello che si pone CoinSpace oggi è appunto quello di mettere a noleggio dei vari “investitori” i miners disponibili per minare criptovalute come BitCoin , LiteCoin, PeerCoin etc etc , così da creare un capitale in grado di poter emettere e regolamentare la propria criptovaluta da immettere nel mercato tradizionale come sistema di pagamento.
Con un’economia tradizionale quasi al collasso, chi arriva prima a capire quanto questo sia un metodo importante per rendersi libero farà la differenza nel medio e lungo periodo.

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Fonti:Bitcoin Forum
Wikipedia ,Espresso Repubblica,il Sole 24 Ore

Come Guadagnare Online con gli Infoprodotti

Oggi ti voglio parlare di un metodo per guadagnare tramite internet in modo professionale e redditizio: sto parlando di guadagnare con gli infoprodotti.
Prima di andare avanti, definiamo subito cosa si intende col termine infoprodotto. Si tratta di un prodotto, destinato alla vendita su internet, che sia basato su informazioni pratiche che:

  • Aiutano a risolvere un problema reale e sentito come molto pressante dal potenziale cliente.
  • Aiutano a migliorare la vita del cliente in diversi campi.
  • Insegnano a fare qualcosa o a farla meglio (in meno tempo, spendendo meno soldi, lavorando di meno, eccetera).

Normalmente gli infoprodotti vengono venduti in formato digitale, ossia: ebook, audio mp3, video online (consiglio il formato mp4), mappe mentali in PDF. In questi ultimissimi anni, si è rivelata molto efficace la formula dell’infoprodotto multimediale, ovvero una combinazione dei vari formati appena citati.

  • con gli infoprodotti in formato digitale abbatti tutti i costi di produzione e di spedizione e questo si concretizza, nella pratica, in un risparmio enorme per le tue finanze!
  • Non perdi tempo a impacchettare e spedire la merce e a dover poi controllare che la spedizione vada a buon fine. Scordati, specie qua in Italia, che i corrieri consegnino sempre il 100% delle tue spedizioni senza problemi!
  • La stragrande maggioranza dei clienti desiderano poter avere il loro infoprodotto subito dopo il pagamento. L’idea di dover aspettare almeno 1-2 giorni fa perdere l’entusiasmo a molti e questo, spessissimo, si concretizza in mancate vendite. Al contrario, un infoprodotto in formato digitale che può essere scaricato subito dopo il pagamento, ti farà vendere di più e meglio.

Il guadagno con gli infoprodotti può passare da due strade differenti:
1. Li puoi realizzare tu stesso in prima persona.
2. Puoi vendere gli infoprodotti di terze persone in qualità di loro affiliato.
Ovviamente, non è detto che un’opzione ne debba per forza scartare un’altra. Per esempio, potresti essere un editore che vende sia infoprodotti realizzzati da te sia infoprodotti realizzati da altri.
A)Realizzare un infoprodotto:
In questo caso, devi praticamente realizzare in prima persona un infoprodotto da vendere. Significa creare un ebook, un audio corso o un video corso su come risolvere un problema pratico. Una volta realizzato l’infoprodotto, non ti rimane che venderlo:
Crei una tua pagina di vendita (detta “sales letter” nel gergo dell’infomarketing) e utilizzi PayPal come sistema di pagamento, in modo che tu possa essere pagato anticipatamente e il cliente abbia la possibilità di effettuare il download del prodotto acquistato subito dopo il suo pagamento.

B)Vendere infoprodotti di altri autori:
In questo caso si tratta semplicemente di diventare affiliato e il tuo ricavo diminuisce sensibilmente, perché dal costo dell’opera dovrà uscire anche il ricavo per l’editore e per eventuali affiliati. Di conseguenza, i tuoi guadagni (Commissioni) saranno mediamente la metà o addirittura un terzo del prezzo di listino della sua opera.D’altra considera anche che le spese di realizzazione del sito internet, immagini, commissioni di vendita per PayPal, eccetera sono tutte a carico dell’editore.
Detto ciò, qualunque sia la strada che intendi intraprendere, ti voglio dare alcuni consigli dettati dall’esperienza che ti aiuteranno a massimizzare le tue possibilità di guadagnare con gli infoprodotti su internet:

  • Gli infoprodotti che si vendono di più in Italia sono quelli che risolvono problemi reali. Lascia perdere i vari guru del guadagno online che ti dicono che in USA ci sono tantissimi infomarketers che hanno fatto vagonate di soldi, vendendo corsi su come allevare i gatti. Non che non sia vero, ma gli USA sono un altro universo e non li si può paragonare alla situzione italiana!
  • Da quanto appena detto discende che, qui in Italia, la gente è disposta a spendere soldi solo per avere delle informazioni che gli risolvono un problema ritenuto davvero impellente o importante. Focalizzati quindi in settori in cui vi è davvero gente disposta a pagare.
  • Evita di fare il classico errore dell’infomarketer dilettante, che si illude che un problema ritenuto importante per lui sia tale anche per il resto dell’umanità. Una delle regole sacre dell’infomarketing è che non contano le tue esigenze, ma solo quelle del mercato. Pertanto:
    dai agli altri quello che vogliono e non quello di cui tu credi che abbiano bisogno. Segui questa regola e guadagnarai bene online, in caso contrario non vedrai un centesimo.
  • La gente cerca soluzioni per problemi reali che ha in quel momento e non per prevenirli. Inutile creare un infoprodotto che permetta di non avere problemi in futuro (venderebbe pochissimo). Meglio creare un infoprodotto per un problema da risolvere immediatamente!
  • Scegli argomenti di nicchia ma non eccessivamente, in quanto il rischio che corri è che potresti avere un mercato troppo ristretto. Inoltre abbi cura di capire se il cliente medio che vuoi raggiungere ricerca, effettivamente, delle soluzioni su internet. Ad esempio, se fai un infoprodotto rivolto solo agli over 60, allora stai pur sicuro che non venderai nulla o quasi!
  • Gli infoprodotti devono essere fatti bene! Non vendere cose fatte male, perché potresti avere un sacco di lamentele e un cattivo ritorno di immagine.Produci corsi se sei padrone dell’argomento. Se non sei in grado di fare un buon infoprodotto, allora valuta l’idea di comprare i diritti di rivendita di un autore– su un suo infoprodotto – che li ceda con formula totale permettendoti, quindi, di cambiare il nome dell’autore stesso.
  • Guadagnare con gli infoprodotti è davvero un’ottima idea e un modello di business online assolutamente fantastico e rivoluzionario.
    Infatti, considera che se scegli di vendere infoprodotti in formato digitale (così come ti ho consigliato prima) puoi guadagnare molto bene anche mentre dormi o quando sei in vacanza perché, una volta creato un sistema di vendita che fa tutto in modo automatizzato e dove tu non devi spedire nulla, esso potrà generare vendite anche in tua assenza!

Ovviamente dovrai impegnarti un minimo per guadagnare con gli infoprodotti, tuttavia non fare l’errore di pensare che sia qualcosa soltanto per pochi “eletti” perché non è affatto così!
Chi ti scrive è partito, alcuni anni fa, da  zero (nel senso che avevo addirittura difficoltà a usare le funzioni base di un PC!!!) e oggi invece mi ritrovo, ad avere delle rendite costanti ogni mese.

In alternativa puoi utilizzare strumenti dal costo molto basso, come quelli che troverai in questo Blog.

Guadagnare scrivendo online!

Scrivere articoli per un blog aziendale e per i social media

Chi lavora in unʼazienda non sa scrivere per il web. Per alcune aziende, però, un blog è necessario per vari motivi:
.SEO: sono contenuti a tema che faranno pian piano emergere il sito aziendale sui risultati di Google (ma su questo ci si potrebbe scrivere un libro)
.Lettori: sono contenuti utili che fidelizzano i lettori, che a loro volta possono trasformarsi in clienti
Ma chi scrive per il blog aziendale?
E basta solo quello? No, oggi sappiamo che i social media hanno un ruolo importante e decisivo, quindi unʼazienda deve creare contenuti anche per i vari profili social che ha.
Ma chi crea quei profili? E chi ci scrive?
Se non conosci alla perfezione come funziona Facebook, non puoi offrire come servizio la creazione di contenuti per Facebook.
Secondo alcune ricerche di mercato svolte nel 2015 i costi da sostenere per una piccola/media Azienda nella comunicazione online variano dai 500 € ai 2000 € al mese. Tali cifre solo poche aziende possono spenderli.

Come si misura il valore di un articolo per il blog?
Una ricerca americana del 2014 evidenziava dei dati molto interessanti per quanto riguarda la scrittura di articoli per blog e post per i vari Social ed i costi di tali servizi ; alcune aziende specializzate arrivavano a chiedere circa 130 euro a POST.
Nel servizio di queste agenzie specializzate sono inclusi:
strategia di contenuti e calendario editoriale
articolo approfondito di oltre 1500 parole
immagini personalizzate e grafici
ottimizzazione del post
Tutto ciò che dovrebbe essere richiesto da un blogger professionista, tutto ciò , anche , che serve per creare un articolo di valore e utile per un blog aziendale.
Molte aziende chiedono articoli di 200 , 300 o 400 parole. Beh , con articoli così brevi , se davvero il blog ti serve per emergere e per creare buoni contenuti , non ci fai nulla. 200 parole forse vanno bene per un post su Facebook ma non per un articolo di qualità per un blog aziendale.
Quanto fa guadagnare un articolo per il blog?
Se davvero unʼazienda chiedesse articoli come quelli di quelle aziende specializzate americane ( che si fanno pagare circa 130 euro a POST ) di cui ho parlato precedentemente  e volesse pubblicarne 3 a settimana, spenderebbe solo per il blog oltre 1500 euro al mese.
La prima domanda che farebbe al blogger è: io spendo tutti questi soldi, ma quanti me ne arrivano da quei post? Ogni articolo che mi scrivi quanto mi fa guadagnare? Il problema alla base di tutto è che, salvo pochissime eccezioni, un articolo come quello non è in grado di pagarsi

Cʼè anche questo problema da risolvere: lʼargomento del post. Se è un argomento iperabusato , quel post non riuscirà a emergere sui post della concorrenza, né a monetizzare in alcun modo.

Scrivere ebook informativi
Qui parliamo di ebook da rilasciare gratuitamente, come strategia di content marketing. Se sei un blogger o uno scrittore, non è un problema scriverne uno, ma per unʼazienda questo è impossibile e deve rivolgersi a un copywriter.
Quanto può costare un ebook? Un tanto a parola o a cartella editoriale, ché è meglio. Ma dipende anche dallʼargomento da trattare. Quante aziende possono spendere qualche centinaio di euro per un prodotto da regalare?
Scrivere in un mercato ad alta competitività
Oggi sono in molti a volersi buttare nel mercato della scrittura online, ma è un mercato molto competitivo. Soprattutto perché cʼè tantissimo pressappochismo e tantissimi copywriter improvvisati che si svendono.

Come guadagnare online con i programmi di affiliazione

Il secondo metodo di guadagno di cui ti voglio parlare In questo articolo è: Come guadagnare con le affiliazioni. Personalmente, se fatto con i dovuti “crismi” (che ovviamente andremo ad analizzare per bene in questo articolo), ritengo i sistemi di affiliazioni uno dei metodi migliori per guadagnare soldi online.
Se non sai cos’è un sistema di affiliazione te lo spiego subito! Alcuni produttori di beni e servizi, per vendere al dettaglio, hanno escogitato un sistema virale di distribuzione.
In pratica questo sistema prevede che chiunque possa diventare un rivenditore dei prodotti (insomma: un affiliato), percependo così un compenso in denaro su ogni vendita effettuata grazie a lui.
In genere per diventare affiliato basta semplicemente iscriversi a un programma di affiliazione, prelevare i link e i banner che sponsorizzano i prodotti e inserirli nel proprio sito internet, oppure segnalare alla propria mailing list un prodotto linkandolo nella email col proprio link da affiliato.
Sia i link che i banner sono “identificativi”, cioè hanno una parte di codice differente da affiliato ad affiliato. Questo sistema renderà possibile tracciare in modo preciso il traffico generato dall’affiliato, così da sapere esattamente quante vendite un determinato affiliato ha procurato all’azienda.
Come compenso delle vendite viene distribuita la cosiddetta percentuale di affiliazione, cioè appunto una provvigione sulle vendite. Essa varia da affiliazione ad affiliazione e da settore a settore.
Nel settore degli infoprodotti, ad esempio, la provvigione media di mercato è intorno al 30%, mentre invece un’affiliazione per la vendita di computer difficilmente supera il 5%.
In pratica si può guadagnare con le affiliazioni come se si avesse un negozio, senza però avere un e-commerce , senza essere dei rappresentanti, senza dover girare porta a porta. Questo perché il bello dell’affiliazione è che tutti possono farla senza dover aprire un partita iva!
Certo, la legge impone dei limiti di guadagno se non vuoi apparire come un commerciante. Tale limite è fissato a 5.000 euro annui, al superamento dei quali per la legge non stai più ottenendo dei ricavi marginali ma sei uno che lavora a tempo pieno.
In ogni caso, se fai l’affiliato come integrazione di un reddito principale, anche 5.000 euro extra sono una gran bella cifra! Se poi desideri guadagnare di più, la partita iva la apri, non vedo quale sia il problema…
Sono sempre dell’idea che, aprire una partita iva perché si guadagna troppo, è un “problema” che tutti vorrebbero ambire ad avere!
Veniamo adesso a come sfruttare al meglio un’affiliazione. Lo scopo è quello di guadagnare il più possibile da tale sistema. Per fare ciò, devi tenere presenti alcuni accorgimenti che ti aiuteranno tantissimo:
1.Affidati alle affiliazioni di aziende reputate serie e che offrono una commissione per lo meno in linea con il mercato!
Per vedere se è seria, basta leggere l’opinione che altri affiliati hanno scritto in internet (puoi cercare ad esempio la voce su Google “opinione nome affiliazione”). Poi controlla anche se rispondono in modo esaustivo e in poco tempo a una email.
Altro consiglio utile potrebbe essere quello di comprare un prodotto qualsiasi del catalogo e controllare se ti accreditano la commissione.
2.Controlla anche che il loro cookie (il sistema di tracciabilità degli affiliati) tenga in memoria il cliente per un tempo sufficientemente lungo. Per lungo intendo non meno di un anno.
Ti dico questo in quanto qualche furbetto imposta la memoria per tempi troppo brevi, ad esempio 90 giorni, o addirittura nulli. In pratica il cliente dovrebbe comprare non appena viene reindirizzato nella pagina dell’azienda.
Siccome questo non accade mai, in genere un utente ci pensa su diverse volte e in ogni caso le volte successive ci va direttamente senza passare dal tuo sito, le commissioni finiresti per non prenderle mai!
3.Inserisci sempre i tuoi link affiliato all’interno di articoli strettamente inerenti a ciò che viene pubblicizzato dal link! Ad esempio se stai pubblicizzando un’affiliazione su dei prodotti per perdere peso, allora inserisci il link in un articolo del tuo blog che parla di benessere o di salute psicofisica.Così facendo migliori notevolmente il numero di persone che cliccheranno sul link.
In pratica, puoi tranquillamente avere un tuo blog che parla di tanti argomenti eterogenei e sfruttare, all’interno di ogni articolo, un’affiliazione differente e adattata all’articolo stesso.
I ricavi dalle affiliazioni sono in genere fra i più alti della categoria guadagnare con internet.Un sito con 1.000 visitatori unici giornalieri fatto bene può portare a guadagni paragonabili ad uno stipendio.
Prima che tu decida di buttarti a capofitto a fare business con le affiliazioni, c’è una cosa molto importante che devi sapere: non sarà facile riuscire a guadagnare con le affiliazioni se sei un novizio di business online!
Perché il modello che, in genere, ti dicono di utilizzare per guadagnare con questo sistema NON funziona: se ti illudi che basti aprire un blog su qualche piattaforma gratuita per schiaffarci dentro i tuoi banner e link di affiliato allora sei sulla strada sbagliata, in quanto non farai un centesimo.
Insomma: guadagnare con le affiliazioni è possibile e potenzialmente molto remunerativo ma, specie qui in Italia dove i programmi di affiliazione esistenti non brillano né per la varietà né per i margini di guadagno offerti, vale la pena aderirvi solo se non devi pagare il traffico.
Per migliorare la tua efficienza come affiliato ti risulterà molto vantaggioso utilizzare strumenti per Web Marketing veramente efficaci , dal costo molto basso , come quelli che troverai in questo Blog.